Gian Piero Stefanoni
- 15/06/2017 11:30:00
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Che gioia.. Finalmente un omaggio vero alla cara Franca, uno studio prezioso sulla poesia, sullarte dellAlaimo.. della bambina che danza nel sacro di una malinconia che cerca il suo Creatore. Poesia della mancanza e della presenza che tenta e rifugge nel nascondimento amoroso.. Poesia sapiente, terrestramente umana che bene sa la "differenza/di una ruota di giorni tutti eguali" e la "corte di sogni e di parole" in cui ricuce e ci ricuce nella sensualità di una parabola che cerca esattamente al centro, nel luogo "equidistante del giardino"- nel quid di ogni e vero incontro -il suo naturale compimento. Poesia allora di luci e di angeli sprigionati da fantasmi quotidiani, di spiriti- e di sensi- che cercano dal basso ma senza respingimenti per risonanza dal magma più alta liberazione ("Qui angeli e demoni/ si vestono di bianco/per così impuro esistere"). Scrittura ricchissima nellessenzialità del dettato, corposa nel succo di un anima duplice (per comprendere bene la figura e la scrittura si legga "Sempre di te amorosa" storia di una bimba nata poetessa se la spina si intreccia al sapore denso dellorigine). "Imperfetto splendore" sì forse può essere identificato il perno della spiritualità su cui ruota questa poetica in ascolto della pietra che nessuno fiume ha mai rotolato e che sa di un assoluto- perché vegliato- che non può esser chiuso a chiave dentro a un ciborio. Linvito allora è ad abbracciare questo dono del quale va un grazie caro al buon Roberto, a viverlo e a pronunciarlo a voce alta nella malia delle evocazioni e degli sprigionamentI: ho avuto la fortuna come altrove scritto di passeggiare con questo folletto dagli innumerevoli occhi mai in riposo nella sua Palermo (piccola bambina del quale Apollinaire direbbe colle su cui gli altri si ergono) e sento ancora la danza..
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